Mamme in campo per far “leggere” i suicidi giovanili (Articolo di Chiara Vitali pubblicato sull’Avvenire)

 
«Caro Papa Francesco, le chiediamo di aiutarci a rompere il muro di omertà che c’è intorno al fenomeno dei suicidi. Sono la seconda causa di morte tra gli adolescenti e nessuno ne parla». Ieri mattina Rocchina Stoppelli ha portato queste parole al Pontefice, durante un breve incontro personale al termine dell’udienza generale. Lei è un’ex sindacalista di Torino, cinque anni fa la sua vita è cambiata: sua figlia Giulia è morta suicida. Aveva sedici anni, frequentava le scuole superiori, amava le escursioni in montagna e i libri in inglese. «Non ha riconosciuto i pensieri di morte che la attraversavano, non ha trovato le parole per raccontarci la sua sofferenza» racconta oggi Rocchina. Nel 2019 ha deciso di fondare un’associazione in ricordo della figlia, «La Tazza Blu», che si occupa di prevenzione del suicidio con progetti per i giovani e le scuole, grazie anche al supporto di psicologi specializzati. A lei si sono unite altre mamme che hanno il suo stesso vissuto: nel documento che Rocchina ha consegnato al Pontefice c’è anche la loro testimonianza.
 
«Il Papa ha detto che pregherà per noi e che è consapevole e preoccupato per le tante fatiche dei giovani – racconta Rocchina pochi minuti dopo l’incontro –. Mi hanno colpita il suo modo di fare e il suo sguardo». Il desiderio di rompere lo stigma, il pregiudizio e la vergogna che spesso ruotano attorno al tema del suicidio nasce da una consapevolezza: «La prima forma di prevenzione è avere le parole giuste per parlare di questo tema. Noi adulti dobbiamo avere il coraggio di usare certi termini, così che i ragazzi si sentano liberi di condividere la loro sofferenza con noi. Chi muore per suicidio non sceglie, è vittima di un dolore indicibile e pensa che non esista una soluzione». Invece – Rocchina ne è convinta – «le parole possono salvare e aprire cammini e strade di cura». Lei e le altre mamme hanno portato l’esperienza de «La Tazza Blu» anche alle istituzioni, chiedendo la nascita di una «Giornata nazionale per la prevenzione del suicidio in adolescenza», un accompagnamento professionale per i parenti e gli amici di chi muore per suicidio e la promozione di iniziative di sensibilizzazione sul tema.
 
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